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Il Gruppo di Sostegno Alimentare rappresenta un incontro con professionisti da un lato ed
una piattaforma di scambio tra i pazienti per la comprensione del problema alimentazione
dall'altro.
Ogni anno verrà formato un gruppo di pazienti che intendono acquisire informazioni
migliori sul significato di alimentarsi e sul quello del comportamento alimentare, come
avere un rapporto migliore col cibo e con i propri bisogni.
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Il cibo? E' il nutrimento per la
vita. Ma non solo; anche un mezzo di comunicazione che permette di comprendere meglio la
nostra interiorità. Il nostro comportamento nei confronti del cibo, infatti, se spinto
agli eccessi è indice di uno squilibrio. L'abbuffarsi è o il rifiutare il cibo manifesta
che qualcosa è accaduto nella relazione comunicativa tra madre e bambino, fra chi nutre e
chi è nutrito. Da adulti, poi, questi stessi comportamenti alimentari rimettono in scena
la dinamica della comunicazione fra madre e bambino
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Nell'abbuffata c'è una comunicazione
inadeguata, eccessiva, costrittiva, ansiosa della madre; nello stesso gesto comunicativo
la parte bambino rimane ferma, subisce, obbedisce, si sacrifica. |
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Nel rifiuto del cibo la comunicazione è
indifferente, fredda; mentre la parte bambino è mancante, maltrattata, sfida e si
autosfida. |
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Un
rapporto
alterato con il cibo indica una mancata assunzione dei propri limiti: un disagio interiore che deve essere comunicato |
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E quando si passa da una
posizione all'altra? E' evidente allora l'impossibilità del bambino di esserci occupando un tempo e uno spazio propri. La
rappresentazione di sé è vissuta, quindi, come spostamento ossessivo verso il non-esserci,
in un'immagine eccessiva, smisurata, sovrabbondante o deficitaria, insufficiente,
manchevole. Questi comportamenti sottendono una mancanza nella relazione intima,
affettiva, positiva, ma sono anche un tentativo tutto privato di esprimere la propria
identità e una protesta.
Il transito da una posizione all'altra, che appartiene anche al disordine
alimentare, rivela l'intenzione di non volere stare né nel Grande né nel Piccolo, in
un modo che comprenda la plasmabilità in contrapposizione alla rigidità, la
passionalità in contrapposizione all'ipocrisia. Il transito quindi svela una risposta,
evidenziando la volontà di un modo altro di essere non ancora significato. In
questa difficoltà la società, con i suoi modelli macchina o del corpo morto gioca
un ruolo fondamentale.E' importante allora avvicinarsi all'analogia dell'eccesso e del
difetto. Ma oltre agli aspetti interpretativi è anche basilare fornire una serie di
suggerimenti e di indicazioni di facile acquisizione. Vediamoli.
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Le strategie terapeutiche dovranno tendere a favorire il riconoscimento e il rinforzo
dell'identità tramite l'analisi dei sogni e attraverso il transfert (rapporto di fiducia)
con il terapeuta e attraverso un'adeguata comunicazione nel riconoscimento delle relative
sensibilità, come valori; questo in relazione ad una personale analisi. In mancanza di
ciò possono essere utili esercizi di visualizzazione per attivare o riconfermare una
visione positiva di sé. Ciò promuove lo sblocco dell'inibizione e dell'immagine
difensiva, portando ad innalzare le energie verso il cambiamento. Ogni persona ha
un'immagine di sé, frutto delle risposte di adattamento che la mente formula in relazione
alle sfide della vita, ed è filtro fra sé e il mondo.
L'eccedenza di grasso e le variazioni di peso derivano, dunque,
dall'aver consolidato un'immagine di sé, di difesa e di barriera, generate dall'ansia che
fa resistenza all'interazione e al cambiamento, così si tende a fare massa, nell'eccesso
ponderale. Se rimane inalterata l'immagine mentale difensiva e sottovalutativa che tende
alla barriera (tra sé e il mondo) e all'accumulo, non vi è modificazione sostanziale
dell'immagine esteriore. Anzi, spesse volte un rapido calo di peso non supportato dal
mutamento mentale (assai più lento nella modificazione) può portare a ristabilire in
breve tempo la vecchia immagine eccedente.
La trasformazione è stimolata pure dall'atto volitivo, attraverso la
definizione degli obiettivi personali e dal metodo per arrivarvi: avendo verso di se
attenzione, tolleranza e amore per difendersi da aggressioni, manipolazioni, giudizi,
autoritarismo. |
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Ci sono alcune regole che possono essere seguite abbastanza
agevolmente da chi vuole ritrovare un equilibrio con la propria oralità e al contempo non
ha problemi psicologici veramente gravi.
Qualche esercizio individuale? Pensare tutti i giorni alle buone
qualità personali di autostima durante la giornata, alle espressioni affermative ed
ottimistiche utilizzate, senza essere troppo critici dove si deve ancora migliorare, ma
riconoscere dove si può migliorare. Poi stimolare il mutamento delle terminologie
negative-critiche in affermative-fiduciose, utilizzando le letture di biografie di
personalità affermative, o letture mitologiche o favolistiche positive, oppure immagini
umoristiche che stimolino la risata o l'interpretazione.
Non dimenticate le visualizzazioni. Eccone alcune:
1) |
pensarsi con tanti fardelli addosso e liberarsene
uno a uno; |
2) |
allontanare chi (o situazioni) ci mette
pesi-fardelli addosso; |
3) |
visualizzare i depositi di grasso del proprio corpo,
produrre un'immagine delle proprie proteine. Queste ultime si scagliano sulle cellule di
grasso e le divorano dall'interno: in questo modo si libera l'energia immagazzinata nel
grasso, generando una sensazione di benessere e di accresciuta attività fisica; |
4) |
entrare in una casa e osservare le varie stanze,
guardare dove ci si sofferma più lungamente e poi uscire; |
5) |
visualizzate un prato verde con fiori e profumi,
appare una strada bianca tra il verde, percorrerla fino ad arrivare a una piazza, entrarvi
e sostare al centro; |
6) |
immaginare una collina e il percorso in salita,
arrivati in cima osservare il panorama. |
Ci sono pure delle efficaci visualizzazioni specifiche:
a) |
liberarsi dell'adipe in forma di
salvagente e sentirsi pieni di forza e di gioia vincente, se si è in acqua questa azione
ci consente di nuotare. |
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b) |
visualizzare di togliersi una cappa
che ci soffoca e sentirsi in una cappa di luce, che via via scompare per lasciare spazio a
raggi emanati da noi stessi. Questi raggi possono far arrestare un'immagine in cui si
identifica una difficoltà. |
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c) |
visualizzare le gambe che sono agili e forti, che danno
stabilità e che ci consentono di muoverci con più sicurezza rispetto a gambe pesanti e
stanche. |
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Insomma, pensare il proprio corpo agile, snello, sano permette di
conseguire con più facilità un corpo agile, snello e sano. Non portare a termine un
progetto (in questo caso dimagrire) è come immaginare progettualità irraggiungibili,
rimanendo così insoddisfatti e riconfermando i vecchi modi di agire distruttivi. Sartre
diceva che l'atto di immaginare è magico: "è un incantesimo destinato a
far apparire l'oggetto pensato, la cosa desiderata, in modo che se ne possa prendere
possesso". Ma come si fa ad utilizzare creativamente le possibilità che
l'immaginazione ci offre? La risposta, secondo lo psicanalista Ferrucci1, è
chiara: immaginando chiaramente una possibilità ne rendiamo più facile la realizzazione.
Quindi possiamo aiutare il nostro scopo vitale a compiersi, immaginandolo come già
attuato. Questa è la tecnica del modello ideale. Altra cosa sono invece i sogni ad occhi
aperti. Abbiamo qui l'esatta antitesi del proprio modello ideale: mentre i sogni ad occhi
aperti sono compensatori e danno solo un appagamento di fantasia, il modello ideale è
orientato verso la realtà, e si soddisfa solo mediante la graduale manifestazione
dell'ideale concepito: mentre il sogno ad occhi aperti non è realistico, il modello
ideale impiega immagini di obiettivi raggiungibili; mentre i sogni ad occhi aperti sono il
corrispettivo fedele delle frustrazioni di un individuo, il modello ideale è
l'espressione del suo vero Io
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E' inoltre importante fare esercizi che rafforzino la volontà. Ad
esempio, stabilire un giorno della settimana in cui ci si dà un ordine alimentare da
rispettare, nella qualità e quantità, nei colori, nel ritmo (occorre eseguirlo alla
lettera senza porre varianti); darsi un preciso orario di sveglia; dedicare almeno un
giorno alla settimana alla cura del corpo; eseguire esercizi fisici per almeno 10-15
minuti; scrivere su un quaderno i progressi fatti; interpretare favole aiutandosi con
diverse versioni della stessa favola. Un grande aiuto viene dagli esercizi fisici ed
espressivi: fare una passeggiata a passo spedito, stare sdraiati ad ascoltare una musica
dolce, sentire o elaborare piccole poesie oppure usare la poesia per colloquiare con le
parti inconsce, odorare a occhi chiusi i profumi di essenze che si sono sparsi nella
stanza.
E la dieta? Non è mio intento dare preferenze precise, bensì
sottolineare in merito l'importanza di una nutrizione che attivi le sensibilità invece di
coprirle. E sazi anche in profondità. Sono, dunque, favorevole ai cereali integrali,
verdura, frutta e verdura, yogurt, pesce e carni bianche, e contraria a grassi in eccesso,
dolciumi, formaggi grassi e carni rosse.
Per le persone in forte sovrappeso spesso l'obiettivo unico è il
dimagrimento, quindi esse dimenticano i meccanismi interpersonali e comunicativi errati,
l'aggressività male organizzata, le spinte sottovalutative e negativizzanti che
supportano l'eccedenza di cibo e quindi di peso. Nella mia esperienza psicologica ho
riscontrato che un sistema alimentare viene seguito allorquando la persona raggiunge una
maggiore stima di sé, può guardarsi allo specchio senza paure, vestirsi come le piace.
Il confronto con un terapeuta con cui esprimere i sentimenti profondi consente di
liberarsi e, nello stesso tempo, di affrontare le dinamiche comunicative e le spinte
affermative. Esiste anche una valenza psicologica del cibo, cosicché una persona può
aiutarsi maggiormente attraverso l'uso di un particolare tipo di alimento piuttosto che di
un altro.
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Sminuzzare, masticare, afferrare derivati dal desiderio di
aggredire, afferrare; o succhiare, scaldarsi, rinforzarsi, derivati dal desiderio di
contatto, di ricettività; oppure il dolce o il salato o il ritmo più o meno ravvicinato
nell'assunzione del cibo; o la ripetizione o la varietà del sistema alimentare; sono
tutti elementi che sottintendono una lettura psicologica, relativa al quadro particolare
della persona.
Chi ha eccedenza ponderale spesso presenta un desiderio di
trasgressione, come riconversione dell'aggressività. Nel sistema alimentare, quindi, è
necessario mantenere un giorno disponibile alle trasgressioni dolci o salate, da
suddividersi in diverse frequenze, favorite da elementi scelti in precedenza, che si
possono così distinguere:
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Per il desiderio di dolce,
collegato al bisogno di contatto e calore, si possono utilizzare: frutti tipo anguria,
ananas, albicocche, mele, a volontà; frullati; biscotti integrali con uvetta (per il
desiderio forte di masticare il dolce); budini di soia, o ricotta dolcificata con un
cucchiaino di miele, a formare una crema per soddisfare desideri più morbidi e avvolgenti
di dolce collegati alla suzione); |
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Per il desiderio di salato, collegato
maggiormente all'impulso affermativo e aggressivo, si possono utilizzare: bastoncini di
sesamo e verdure crude a volontà (carote, sedano, finocchio) con i quali viene attivata
la masticazione e il desiderio di sminuzzare e afferrare; verdura cotta (verza, bietole,
carote, pomodori, ecc), composti di soia o vari sformati di verdura. |
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Una volta al mese si possono approntare brevi periodi disintossicanti
di 2-4 giorni oppure un giorno alla settimana o due al mese, solo frutta e verdura (1 kg
per le donne e 1,5 kg per gli uomini); o ancora: yogurt (4-500 g) e verdure cotte e
crude (400 g).
Durante queste giornate è d'obbligo allontanare le fonti di stress
fisico e psichico e svolgere gli esercizi sopra proposti. In relazione alla bilancia, è
meglio controllarsi settimanalmente, non più volte durante la giornata, al mattino, prima
di colazione e con gli stessi abiti. Se vi capitano degli eccessi alimentari non
colpevolizzatevi, bensì organizzate nella settimana una giornata disintossicante,
riprendendo poi un buon ritmo alimentare con più pasti e privilegiando alimenti che
aiutino la funzione metabolica. |
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Incidenza Statistica
Anoressia e bulimia crescono in modo allarmante. Ne soffre il 10 per
cento della popolazione tra i 13 e i 26 anni: nel l'88 erano 125 mila i giovani colpiti
dalla malattia del cibo, nel '94 i casi accertati e sono diventati oltre 760 mila (circa
un terzo sono uomini). E la sottostima delle cifre è inevitabile in una malattia che si
maschera, e appare e scompare, assume sembianze ingannatrici. Eppoi ci si muove in un
campo molto delicato, quello della negazione della patologia. Non solo da parte di chi è
malato, ma anche dei genitori per i quali è più semplice attribuire il
digiuno o la fame insaziabile a momentanei problemi di studio o crisi sentimentali,
piuttosto che viverlo come un attacco personale. |
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Da nutrimento per l'Anima - di
Beatrice Balsamo |