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aggiornato 12/5/2006
Allergia
alimentare e Intolleranza alimentare (più frequente dellallergia)
rappresentano un difficile problema diagnostico: benché esse esistano e possano essere
dimostrate, non vi è ancora molto accordo tra gli studiosi, infatti mentre da una parte
alcuni ne negano lesistenza, altri invece ne sovrastimano l'incidenza, almeno in
termini di frequenza; ed in effetti, talvolta può essere molto difficoltoso districarsi e
distinguerle. Reazioni tali da mettere a repentaglio la vita del
paziente sembrano comunque essere piuttosto rare. |
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Mentre lallergia alimentare può essere diagnosticata con relativa facilità, quando la reazione non è dovuta ad un meccanismo immunologico ma da intolleranza, la diagnosi si presenta più complessa, nonostante sia più frequente dellallergia (solo il 5 % delle reazioni avverse agli alimenti possono essere definite di natura allergica). Lesperienza clinica ha rilevato che lindividuo adulto percepisce le reazioni avverse agli alimenti come il principale problema della propria salute, tanto che circa un terzo della popolazione americana tende a modifica la propria alimentazione nella convinzione di avere una allergia alimentare, atteggiamento condiviso, secondo dati di letteratura, anche in Inghilterra (20% della popolazione) e in Olanda (10% della popolazione). In Italia il fenomeno è in continuo aumento e sempre una maggiore fetta della popolazione viene interessata da problematiche relative alla intolleranza agli alimenti. Le allergie alimentari dipendono anche dalle abitudini alimentari nei vari paesi:
Sebbene gli allergeni siano di natura proteica, non tutte le proteine sono allergeniche, per es, la carne di manzo che contiene moltissime proteine è poco implicata nelle patologie di natura allergica. Ogni alimento quindi è potenzialmente in grado di indurre reazioni allergiche. Tra gli allergeni si possono distinguere quelli stabili (più attivi) i quali meglio resistono alla cottura, come per es. la Beta-lattoglobulina del latte, lovoalbumina del bianco duovo, gli allergeni del merluzzo e delle arachidi e gli allergeni labili al calore. Esempi di questi ultimi sono gli allergeni vegetali.
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Ipotesi sulla patogenesi della reazione allergica e dell'intolleranza agli alimenti Lintestino è costantemente esposto a elevate quantità di antigeni solubili e corpuscolati di provenienza alimentare. Benchè lestensione, la varietà e la quantità di alimenti, virus, batteri e altri materiali estranei che entrano in contatto con il tratto intestinale e il tessuto linfoide associato (GALT-MALT) sia elevatissimo, è sorprendente che solo una modesta, ma apprezzabile, percentuale della popolazione soffra di allergie e/o di intolleranze alimentari. La principale funzione del tratto gastrointestinale, come è noto, è quella di ridurre i cibi ingeriti a semplici elementi che possano essere facilmente assorbiti ed utilizzati per la produzione di energia per le necessità del nostro organismo. Si può calcolare che durante la vita media di un individuo il tratto intestinale sia chiamato ad elaborare svariate tonnellate di alimenti e che nellarco di un anno venga a contatto con una massa pari a circa tre chili di additivi contenuti negli stessi alimenti. Durante il processo digestivo sono attivi ed in azione sia meccanismi immunologici GALT-MALT-dipendenti , sia meccanismi fisiologici capaci di bloccare lingresso di antigeni estranei attraverso la barriera costituita dalla mucosa gastrointestinale.
Le macromolecole con potere antigenico passano attraverso lepitelio intestinale per pinocitosi, per trasporto diretto tra e attraverso le cellule e per assorbimento attivo da parte delle cellule M, per giungere alle placche del Peyer i cui linfociti vengono stimolati con successivo homing sia diretto epiteliale sia attraverso i linfatici e la circolazione sistemica nella lamina propria. I Linfociti secernono immunoglobuline A per neutralizzare lassorbimento antigenico. Nonostante la barriera gastrointestinale, proteine o frammenti di esse possono raggiungere la circolazione sistemica. Esse vengono comunque inattivate dal S.R.E. e dalle cellule epatiche del Kupfer. Alterazioni della barriera intestinale permettono a molecole di provenienza alimentare di raggiungere la circolazione, e di avere sufficiente potere antigenico da stimolare quelle reazioni clinicamente evidenti, sopratutto in sedi distanti dal punto di assorbimento. Per evitare il verificarsi di un assorbimento massivo, cui potrebbe seguire unimmunizzazione indiscriminata, lapparato gastroenterico ha sviluppato particolari meccanismi di difesa, alcuni dei quali creano una vera e propria barriera al passaggio delle macromolecole, mentre altri regolano la risposta immunitaria in caso di superamento di questa barriera. Uno dei compiti più importanti del sistema delle mucose (che è altamente efficiente) consiste nel proteggere le superfici mucose stesse e nel prevenire quelle reazioni avverse immunomediate che possono colpire non solo lintestino ma anche lintero organismo. |
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Il test orale, con linduzione della tolleranza orale in seguito allingestione di cibo, attiva un sistema di down regulation antigene-specifico delle risposte immuni potenzialmente dannose, che forma una parte integrante della capacità immunoregolatoria del GALT-MALT. Si ipotizza quindi che le reazioni allergiche agli alimenti siano dovute alla carenza della tolleranza orale o dalla mancata induzione della stessa per cui un particolare background genetico a rischio (quale una storia biparentale di atopia), reazioni infiammatorie ricorrenti a livello intestinale che possono interferire con la normale via di presentazione dellantigene con o senza aumentato assorbimento di molecole proteiche, mancanza dei normali meccanismi di immunoesclusione, generale immaturità del sistema immunitario nei primi mesi di vita (int. al latte, bambini non allattati al seno), ecc. sono tutti fattori che possono influenzare il meccanismo della tolleranza. I linfociti CD4+ possono essere funzionalmente divisi in base al loro pattern di produzione di citochine in seguito ad attivazione. I complessi meccanismi immunologici che seguono ad una allergia alimentare sono stati meglio chiariti in pazienti con la dermatite atopica in cui sono ipotizzabili meccanismi analoghi a quelli presenti nelle reazioni allergiche a livello dellapparato respiratorio. In pazienti allergici alle arachidi è stato possibile dimostrare la presenza di linfociti circolanti Th2 specifici per lallergene alimentare. Il fenotipo CD4 e il profilo delle citochine di tipo Th2 dei cloni T linfocitari sensibili allarachide fanno quindi ritenere che nella fisiopatologia dellallergia alimentare i linfociti Th2 svolgano il medesimo ruolo che essi svolgono nellallergia respiratoria. Resta tuttora molto da chiarire, come in molti campi della patologia allergica, intorno alle influenze esercitate in loco dal microambiente e dalle sue modificazioni indotte da molteplici influenze neuro-endocrine. Nel campo dellallergia
alimentare unalterazione dei meccanismi della tolleranza orale potrebbe giustificare
una maggior frequenza di allergia alimentare nel bambino soprattutto nei primissimi anni
di vita quando sicuramente i fattori della barriera intestinale non sono ancora
completamente maturi.
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In alcuni casi di allergia alimentare non è sufficiente lingestione dellalimento responsabile perché si produca una sintomatologia clinica, ma occorre anche la concorrenza di altri fattori accessori. E il caso, ad esempio, della cosiddetta anafilassi da esercizio fisico postprandiale (FDEIA=Food-Dependent Exesercise-Induced Anaphilaxis), dovuta allassunzione di determinati cibi (vegetali, crostacei, etc.) ma soltanto in seguito ad esercizio fisico (corsa o altre attività di tipo sportivo) compiuto entro poche ore dal pasto. |
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Allergeni più comuni. |
Sono stati identificati gli allergeni maggiori di
molti alimenti sia di origine animale che vegetale, come gli allergeni maggiori del latte
vaccino, delluovo, del merluzzo, del gamberetto, dellarachide, dei cereali,
della soia, della mela, del sedano e del kiwi e di questi alcuni sono stati anche
caratterizzati. |
Lallergia alle proteine del latte
vaccino costituisce certamente la più frequente di tutte le allergie alimentari. Al di
sotto dei 2anni di età interessa il 3-5% di tutti i bambini e in oltre la metà dei casi
essa inizia entro il primo mese di vita o al massimo entro i primi 2-3 mesi; in seguito le
manifestazioni si riducono fino a scomparire in quasi tutti i bambini alletà di 10
anni; è rara, ma non trascurabile negli adulti. Il latte può dare origine anche a
reazioni molto gravi, persino attraverso linalazione di latte in polvere e può
essere presente in molte preparazioni. |
Anche
lallergia alluovo, soprattutto allalbume duovo è una delle forme
di allergia più frequenti nel bambino, inizia dopo i sei mesi e tende ad attenuarsi col
passare degli anni; è rara negli adulti. Le manifestazioni si presentano più frequentemente dopo l'ingestione di uova crude, soprattutto del bianco, mentre negli stessi soggetti l'ingestione di uova cotte può non provocare alcun disturbo (la cottura modifica alcune proteine dell'uovo rendendolo meno allergenico). Può esistere cross-reattività tra l'uovo di gallina e quello di quaglia, mentre generalmente l'uovo di anatra è ben tollerato. Nei pazienti allergici all'uovo possono essere somministrati senza rischio vaccini antivirali prodotti su uova embrionate. |
Lallergia al pesce , soprattutto al merluzzo, è particolarmente frequente nei paesi scandinavi e nordeuropei, dove maggiore è il consumo. Lallergia può manifestarsi nei confronti di qualsiasi specie ittica o solo per particolari specie di pesci. Le manifestazioni cliniche riguardano soprattutto lapparato respiratorio; rari i casi di shock anafilattico; molto rari i casi di natura professionale di sindromi asmatiche da inalazione di particelle di pesce aerodisperse. Talvolta le manifestazioni cliniche sono dovute alla presenza nel pesce di un nematode dellordine degli ascaridi, lAnisakis simplex, che parassita numerosi pesci di mare e cefalopodi. Talora può trattarsi di reazioni di tipo tossico o pseudoallergiche, in quanto molti pesci contengono sostanze che provocano liberazione di istamina o contengono essi stessi elevate quantità di istamina. Le stesse considerazioni valgono per i crostacei , soprattutto gamberi e granchi. Rare sono le reazioni ai molluschi. Di particolare interesse sono le reazioni ad alcune specie di chiocciole di terra, impropriamente dette "lumache", perché si manifestano di preferenza in soggetti allergici ai dermatofagoidi. |
Tra le carni animali, la carne di maiale è certamente quella più allergizzante, talora può essere contaminata da penicillina. |
Tra le verdure, il sedano rappresenta uno degli alimenti più frequentemente responsabili di allergia alimentare, ma sono stati descritti casi di reazioni con tutti i componenti delle famiglie vegetali talora per la cross-reattivita che queste hanno con le varie famiglie di pollini (vedi la tabella più su). |
Tra i frutti la mela è indicata dalle statistiche come quello più spesso responsabile di allergia alimentare, seguito da pesca, pera, prugna, albicocca e ciliegie, soprattutto nei pazienti con pollinosi da betulla o da Composite. Frequente da qualche anno lallergia al kiwi. |
Lallergia alimentare alle arachidi è la più importante per frequenza tra i bambini americani. Sono state osservate reazioni gravi, talora shock anafilattico. |